Salvini a Lampedusa: selfie, bagno e giro in barca. E poi loda Cingolani: ha tutta la mia stima- Corriere.it

2022-08-08 15:37:14 By : Ms. Kamilla Zhang

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Il leader leghista: «Un bis di Draghi? Non ci sarà bisogno di minestroni con Pd e M5S». La notte passata nella villa extralusso di Berlusconi: «Lui non ci viene mai e io mi sono sacrificato»

Il «Capitano» con il costume a righe blu e il braccio teso a indicare l’orizzonte è Matteo Salvini, un po’ turista in cerca di relax e un po’ candidato al Viminale a caccia di voti. Il barcone che lo accoglie a prua non è uno dei tanti che arrivano dall’Africa carichi di uomini, donne e bambini in fuga dalla fame, ma è la Gamar di Vito Fiorini, il natante che il 3 ottobre 2013 salvò 47 migranti dal tragico naufragio che uccise 368 persone.

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Al suo secondo e ultimo giorno di tour elettorale a Lampedusa il leader della Lega si è concesso un giro dell’isola , qualche tuffo nelle acque più limpide del Mediterraneo e un po’ di selfie con i bagnanti. E nel pomeriggio è ripartito verso la Lombardia, convinto di non aver sprecato il «blitz» sull’isola «che è la porta dell’Europa e non può essere il campo profughi d’Europa ». Giovedì la visita all’hotspot non era andata come l’ex ministro sperava, perché la situazione appare sotto controllo e il centro, per quanto affollato, non è al collasso. Il Pd attacca, Enrico Borghi su Twitter lo accusa di essere «patetico, Salvini ha fatto uno show alla ricerca di un’emergenza che non c’è». Eppure il leader del Carroccio è abbronzato e contento, sia per la passeggiata notturna tra i turisti, sia per il bagno alle otto del mattino «con le mamme» che gli chiedevano una foto.

La scena è la spiaggia di Cala Francese, dove affaccia la villa extralusso di Berlusconi . L’ex premier, che in dieci anni ci ha messo piede una volta sola, ha ospitato il leader della Lega tra le palme e lui per due giorni ne ha fatto il suo blindatissimo quartier generale: videocall, telefonate di lavoro e incontri con i vertici dell’Arma di Agrigento. «Berlusconi non ci viene mai e io mi sono sacrificato», scherza Salvini in conferenza stampa. Ha voglia di parlare, di rilanciare l’autocandidatura a ministro dell’Interno e di ricordare agli alleati, «Silvio e Giorgia», il suo pallino di questa corsa elettorale. Era partito con «due o tre ministri chiave da indicare prima del voto» e nonostante Meloni voglia aspettare il verdetto delle urne, per rispettare le scelte degli elettori, la lista del leader della Lega si è andata allungando. «Almeno Economia, Esteri, Giustizia e Infrastrutture », sciorina l’aspirante inquilino del Viminale. E di nuovo: «Difesa, Agricoltura, Sviluppo ...». Alla Farnesina dovrebbe andare «un diplomatico senza tessera di partito», scelta che escluderebbe un politico di lungo corso come Antonio Tajani.

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E all’Ambiente, sorpresa, a Salvini non dispiacerebbe tenere al suo posto Cingolani: «Ha tutta la mia stima , se fosse a disposizione ne sarei ben felice». E poiché l’aria di Lampedusa lo rilassa, scherza pure sulla sua acerrima nemica: «Non vedrei male anche Lamorgese. Ma non posso fare l’intera squadra di governo prima del voto , sarebbe poco rispettoso».

Limiti alla provvidenza Salvini non ne pone. Lavora per prendere un voto in più di Meloni e non si vede male nemmeno a Palazzo Chigi: «Qualora gli italiani mi volessero premier seguirei con attenzione anche da lì i temi della sicurezza ». Con l’idea di un commissario straordinario «come Figliuolo o Bertolaso, che arrivi dall’Esercito o dall’Arma», per contrastare il «business miliardario» degli sbarchi. E se Draghi difende la ministra dell’Interno, il segretario del Carroccio di nuovo attacca e riecheggia la canzone sanremese del trio Morandi-Ruggeri-Tozzi: «Draghi ha detto che sull’immigrazione si può fare di più? Sottoscrivo e ci metto pure la musica».

E ce n’è anche per il premier, rimasto in carica per gli affari correnti. Gli chiedono se sarebbe disposto a sostenere un bis di Draghi e Salvini scaccia lo spettro: «Non ci sarà bisogno di minestroni con Pd e 5 Stelle . Non ho l’arroganza di dire che vinco io, ma sono convinto che si vincerà di parecchio. Se toccasse a Letta, Conte e Renzi, giù il cappello». Ai partiti Draghi ha augurato di realizzare i loro sogni elettorali e questa volta Salvini pesca la citazione da uno spot immobiliare: «Noi non proponiamo sogni, ma solide realtà ». Rilancia il ponte sullo Stretto e, quando gli chiedono dei suoi rapporti privilegiati con Putin, a parole volta le spalle a Mosca: «Non è in discussione l’alleanza atlantica. La Russia ha invaso un altro Paese, di tutto abbiamo bisogno fuorché di guerre ». Il tour nelle isole minori continua. Prossima tappa, chissà quando, Linosa .

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