Governo choc: tassa anche il calciobalilla in spiaggia. Ma chiude gli occhi davanti ai venditori abusivi

2022-06-25 01:19:13 By : Mr. Jimmy Huang

Roma, 21 giu – Parlare di Cancel Culture è sicuramente azzardato; ma quanto sta avvenendo in Italia a proposito di uno dei giuochi più sani e tradizionali, ricade assolutamente nelle nuove follie di questo governo. Ad entrare nel mirino dello Stato, per quanto concerne i giuochi d’azzardo, è da oggi anche il caro vecchio calciobalilla, in spiaggia presente fin dal primo dopoguerra. Il celebre tavolo in cui si affrontano classicamente la squadra rossa e la squadra blu dovrà necessariamente essere certificato dalla Agenzia delle Entrate. Lo stesso vale anche per altri giuochi come il ping pong, il popolare tennis da tavolo internazionalmente riconosciuto dal 1988 come sport olimpionico.

Già nel 2018, con le vecchie leggi, un noto ristoratore di Mestre subì la salatissima sanzione di 1.400 euro di multa per aver messo nel proprio locale un calciobalilla gratuito. Cosa ancor più assurda, il commerciante aveva messo a disposizione dei propri clienti il biliardino per combattere la piaga della ludopatia.

In questa prima giornata d’estate, accaldati dal nuovo sole solstiziale, migliaia di vacanzieri hanno cominciato a riversarsi sulle spiagge italiane. Un pò di sano relax soprattutto se pensiamo agli ultimi due anni trascorsi tra lockdown e restrizioni varie. Ma la “sorpresa” di vedersi negare il divertente giuoco da coppie, ha già fatto infuriare molti turisti.

Oggi il titolare di un lido di Margherita di Savoia, in Puglia, che vantava un calciobalilla in spiaggia, è stato multato perché non aveva ancora ottemperato agli obblighi previsti dalla nuova legge. Anche in Toscana i ristoratori hanno rimosso dagli impianti balneari i vari giuochi elencati nel nuovo decreto. Per coloro i quali non ottemperano alle nuove norme vigenti, rischieranno adesso fino a 4mila euro di multa.

Il senatore di Forza Italia Maria Paola Binetti ha inoltrato un’interrogazione in cui ha denunciato proprio la difficoltà di interpretazione e applicazione della norma. “In questo modo – ha affermato Binetti – invece di colpire il gioco d’azzardo si punisce il gioco di puro intrattenimento, disincentivando l’attività ludica sana e di aggregazione sia per giovani che per meno giovani”.

Ciò che, in teoria, dovrebbe prevedere la nuova determina direttoriale dell’Agenzia delle Accise, delle Dogane e dei Monopoli, servirà a riordinare il settore giochi negli esercizi pubblici. Distinguendo tra quelli che non prevedono vincite in denaro da quelli che le prevedono, in questa nuova determina “dittatoriale”, ne esce però un grande calderone all’italiana difficilmente interpretabile.

La determina del 18 maggio 2021 prevede che siano sottoposti a certificazione giochi come il calciobalilla, la carambola, il biliardo, il flipper, fino ad arrivare addirittura ai dondolanti per bambini. Questi innocentissimi giuochi di aggregazione, nel legiferare burocratico vengono quindi paragonati ai ben più pericolosi e asociali videopoker e slot machine. Tutt’altra cosa rispetto ai nostri amati calciobalilla in spiaggia.

Come se ce ne fosse il bisogno nella crisi che gli italiani stanno oggi affrontando, i gestori dovranno dunque sobbarcarsi ora tutta una serie di adempimenti burocratici. Alla sempre più stringente morsa burocratica si vanno infatti ad aggiungere un nuovo certificato, un nulla osta e il pagamento dell’imposta sugli intrattenimenti. Non basta allora guardare un giuoco per rendersi conto della sua funzione aggregativa, ma bensì le autorità richiedono un certificato apposito. In esso si deve dimostrare che i calciobalilla e tutti i “giochi azionati a gettone” abbiano caratteristiche tali da far escludere qualunque vincita in denaro che farebbe scattare le norme del gioco d’azzardo. Insomma anche il calciobalilla in spiaggia dovrà momentaneamente sottostare a questa norma anche se l’unica vincita fosse un giro di birra tra amici. Una follia cieca!

Il calciobalilla in spiaggia è però in abbondante compagnia “fuorilegge”. Sulle spiagge italiane, sono tornati anche ad aggirarsi tra gli ombrelloni i pedanti venditori abusivi. Dal cocco bello ai cappelli di paglia. Dai teli mare ai tatuaggi lavabili. Dagli occhiali da sole ai costumi rigorosamente taroccati e, talvolta, anche alle sigarette di contrabbando o a quelle composte di hashish e cocaina, un gigantesco esercito di immigrati di ogni nazionalità continua a vendere abusivamente i propri prodotti o quelli delle cooperative che li “assistono” a prezzi stracciati. Il tutto, ovviamente, avviene ancora senza la benchè minima certificazione, licenza o autorizzazione. Tanto, a pagare anche per loro, sono sempre i già tartassati commercianti italiani che da oggi si ritrovano questa ennesima mazzata.