Grande Teatro di Natalia Ginzburg in TV dell'8 ottobre su Rai 5

2022-10-08 21:15:52 By : Ms. Ivy Wang

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Anticipazioni per il Grande Teatro di Natalia Ginzburg in TV dell’8 ottobre alle 15.40 su Rai 5: “Ti ho sposato per allegria”

Per il Grande Teatro di Natalia Ginzburg in TV oggi pomeriggio 8 ottobre alle 15.40 va in onda su Rai 5 la commedia scritta nel 1964 “Ti ho sposato per allegria”.

Nell’ambito del ciclo dedicato alle opere drammaturgiche dell’autrice Rai Cultura propone la commedia “Ti ho sposato per allegria” nella versione trasmessa dalla rai nel novembre 1982, per la regia di Carlo Battistoni e l’interpretazione di Giulia Lazzarini, Giampiero Bianchi, Maria Grazia Mazzari, Delia Bartolucci, Gabriella Franchini.

Pietro, un giovane avvocato di estrazione borghese, ha sposato Giuliana, una ragazza svitata e con un passato abbastanza turbolento, dopo averla conosciuta ad una festa d’artisti. Nonostante le premesse e l’assoluta incapacità di Giuliana d’essere una buona casalinga (tutt’altro che aiutata in questo ruolo da una sprovvedutissima cameriera), il matrimonio tra i due sembra andare nel migliore dei modi.

L’ostacolo più importante da superare per Giuliana e Pietro è la visita nella loro casa della madre di quest’ultimo. Quando infatti la donna arriva, tutto va nel peggiore dei modi e Giuliana provoca un disastro dietro l’altro. Ma Pietro, per nulla impensierito, sembra trovare il massimo godimento in tutte le malefatte della moglie. 

Ti ho sposato per allegria è una commedia in tre atti del 1964 di Natalia Ginzburg.

La commedia si apre con i due protagonisti, Giuliana e Pietro, in scena. Pietro, un giovane avvocato, non riesce a trovare il suo cappello chiedendolo alla sua consorte, che tuttavia si rende conto di non sapere nemmeno che egli avesse un cappello. Da questa scena si scopre che i due giovani sono sposati da una settimana e che si conoscono da circa un mese. Pietro, tuttavia, esce da casa sua e stronca il dialogo con la donna, che inizia a conversare con la sua domestica. Giuliana racconta alla domestica Vittoria la sua vita travagliata: lei era figlia di una ragazza-madre di un paesino in Romagna. Giuliana, sognando di fare l’attrice, si trasferisce a Roma facendosi ospitare dalla sua amica Elena in attesa di un colpo di fortuna. Tuttavia, ella trova lavoro in un negozio di dischi, dove Paoluccio (il proprietario del negozio) era, secondo la donna, interessato a lei sentimentalmente. Giuliana, però, non corrispondeva il proprietario ed era invece incuriosita da un cliente abituale del negozio, Manolo, che le aveva suscitato interesse per via del suo aspetto misterioso e malinconico allo stesso tempo. Nonostante iniziali titubanze, sia della protagonista che di Elena, i due finiscono per convivere e presto la donna annichilisce la propria personalità per assecondare il volere di Manolo che l’abbandonerà non appena arriva a sapere che Giuliana è incinta. Da qui inizia l’amicizia solidale con Topazia, la quale era stata legata allo stesso uomo. Giuliana e Topazia si capiscono al volo e si confidano le esperienze vissute con questo personaggio: il quale aveva finito per piantare in asso entrambe rinfacciando a ciascuna di loro la mancanza di classe (di una classe che, fra l’altro, avrebbe invece caratterizzato l’altra). In seguito ad una gravidanza, le vicende della vita avevano poi portato Giuliana (anche se in un primo momento, sotto incoraggiamento di Topazia, aveva accettato di tenere il bambino) ad abortire, rinunciando al figlio di Manolo (Topazia e Manolo non compaiono mai in scena: la loro storia viene resa nota grazie alla narrazione di Giuliana). Alla fine del primo atto, Giuliana spiega di aver conosciuto Pietro dopo essere svenuta ad una festa in seguito ad una sbornia. Nello stesso tempo, ritorna Pietro che si era recato , con la madre, ad un funerale.[1]

Il secondo atto si apre con Pietro che comunica alla propria moglie di aver invitato la madre al pranzo di domani. La schiettezza del giovane avvocato rende noto a Giuliana che sua madre non gradirà molto lei, la casa e persino la domestica Vittoria. Lei, risentita, inizia a chiedere perché l’ha invitata se non le piacerà nulla. Pietro risponde che l’ha invitata poiché è pur sempre sua madre. Giuliana rincara sostenendo che lei non gli porta mica sua madre a casa. A questo punto nasce un’incomprensione tra i due a causa delle differenze tra le loro madri. A questo punto Pietro, dopo aver ascoltato come la madre di Giuliana sia una povera donna che abbia il vizio di nascondere i giornali sotto il letto, parla della propria genitrice, descrivendola come una povera donna che con l’avanzare dell’età ha iniziato a provare un grande dolore, causato un po’ dalla morte del coniuge e dalla figlia, ancora non sposata. Tuttavia, queste motivazioni non convincono la ragazza che incalza Pietro e gli domanda se la madre è triste anche per il matrimonio repentino del figlio, e se stesse sospettando su di lei pensando abbia sposato il figlio per i soldi. Dopo la risposta affermativa da parte dell’uomo, Giuliana afferma di averlo sposato anche per i soldi, causando un’incomprensione. Difatti, Pietro le domanda se l’avesse sposato nel caso non avesse avuto soldi, non ricevendo però risposta e venendo addirittura rimproverato, poiché l’ha sposata troppo presto. A questo punto, Pietro risponde che è stata Giuliana stessa a chiedere di sposarsi presto, altrimenti si sarebbe suicidata. I due arrivano dunque a stabilire il divorzio all’estero, nel caso la convivenza si fosse dimostrata più velleitaria del previsto.[1]

L’atto si apre con Giuliana allarmata per la scomparsa di Vittoria, uscita il giorno prima per andare dal parrucchiere.[1]

Nel dramma la Ginzburg disegna il ritratto di un matrimonio, di carattere piuttosto borghese, tra l’avvocato Pietro e Giuliana, una giovane donna di bassa estrazione sociale conosciuta ad una festa. Al momento di conoscere Pietro, Giuliana si trovava nel mezzo di una crisi. Il racconto della vita di Giuliana costituisce la trama principale della vicenda. Sul palco, passano in rassegna vari dialoghi tra i personaggi. Spesso sono scambi di idee in cui la banalità della vita di tutti i giorni viene intrecciata ai problemi esistenziali:[2] La sottile ironia della commedia consiste così nel raccontare in tono quasi allegro gli eventi più problematici: realtà come l’aborto, la morte, la separazione e l’incomunicabilità nei rapporti di coppia vengono in un certo senso sdrammatizzate e descritte con la massima naturalezza.[1]

Foto interna ed esterna: https://www.facebook.com/raicinque/videos/ti-ho-sposato-per-allegria-1982/824034631793949/