I macro-trend da rubare alle sfilate uomo Primavera Estate 2023

2022-07-02 01:07:25 By : Ms. Anne wang

Dai party animals di Celine al total denim di Y/Project, ecco l’unico vademecum di cui avrete bisogno

Entropia è il termine che meglio incarna la narrativa delle collezioni maschili per la Primavera Estate 2023, nate dalle intersezioni e dalle rotte di collisione tra le diverse pulsioni che venano questo preciso momento storico. Il caos che guida il mondo è lo stesso che ha fatto da traino per le sfilate uomo, dando vita a inaspettate sinergie tra microcosmi agli antipodi da cui sono scaturiti sentimenti autentici – primo tra tutti, il concitato e confusionario senso di fibrillazione che si prova quando si torna a vivere. Passiamo quindi in rassegna i principali immaginari che ne sono emersi.

Dopo anni di reclusione e spirito incerto, la voglia di far festa risuona tra le passerelle di Milano e Parigi. Con il suo Celine di stampo rock’n’roll, Hedi Slimane riporta in auge tutta l’estetica legata al mondo del clubbing, dei concerti, dei rave. Giacche rubate al guardaroba di Mick Jagger si stagliano contro la pelle nuda, spille e catene scintillano su outfit total black, capi ricoperti di strass e paillette simulano l’effetto strobo. Rick Owens conia dei nuovi Iggy Pop con tanto di chioma fluente e torso nudo, mentre l’uomo di Prada è pronto per una serata berlinese. Anche Y/Project reimmagina l’eveningwear in una nuova chiave, tra mini abiti abiti fluidi in seta contrapposti a maxi stivali in pelle e abiti lunghi in denim di richiamo post-punk.

Un po’ gita scolastica alla Wes Anderson High, un po’ weekend iniziatico da boy scout, uno dei look principali interpretato più o meno da tutti con diverse sfumature è proprio il ritratto di una giovinezza imberbe e spensierata, incuriosita dalle avventure outdoor e al tempo stesso desiderosa di esprimere la propria individualità attraverso qualche tocco eclettico. Il dresso code prevede short shorts (ancora meglio se rubati all’intimo), stivali in pelle o calzette e scarpe da ginnastica, cappello a tesa ampia, car coats monopetto che richiamano le cerate da pioggia e accenti in tartan o vichy che fanno un po’ grembiule.

Brand di riferimento: quasi tutti, ma in particolare Prada che ha aperto le danze a Milano con shorts in pelle o denim, soprabiti A-line beige o a quadri e stivali a contrasto. I modelli di Dior Men sono pronti per una scampagnata nell’Inghilterra rurale con i loro cappelli da giardiniere, gli shorts doppio-strato, i calzettoni a vista e lo zaino in spalla, mentre MSGM alleva futuri park ranger.

Che si tratti di stivali, come quelli di Prada con la sua punta esagerata o i camperos nella loro forma più iconica sfoggiati nei look di Dries Van Noten, oppure di cappelli in stile cowboy e camicie con dettagli western come per MSGM, il richiamo al vecchio West è più forte che mai. Oltre a fare capolino nella sopracitata estetica school boy con accenti sottili ma carichi di personalità, il mondo dei cowboy è il tema principale sviluppato da Casablanca, con una serie di look uomo e donna che incorporano tutti gli elementi essenziali: ampi cappelli, texani, impunture a vista, frange e camicie ricamate. Per Hedi Slimane (che con Celine cavalca praticamente tutti i trend), lo stivale a punta in stile western non è abbastanza: servono anche i Chaps in pelle nera a ricoprire i jeans.

Canotta come capo statement o torso nudo: non esistono vie di mezzo. L’avevamo già visto alla sfilata di Prada per l’Autunno Inverno 2022-23 ma non ci avevamo voluto credere, invece il tank top (soprattutto nella sua versione più classica, bianca a costine) è qui per restare. La canotta è aderente e spesso sollevata a mostrare il ventre scolpito nella collezione intrisa di nostalgia Y2K di Alled-Martinez, che si rifà all’estetica anni Novanta e Duemila traendo ispirazione dai look off-duty di atleti e calciatori di quel periodo – primo fra tutti, David Beckham. Per Dries Van Noten si fa invece più raffinata, con scollo squadrato e in colori tenui, da portare con abiti sartoriali in gessato o sovrapposta alla camicia come fosse un gilet. Scoprire il petto, al contrario, è prerogativa di tutti i brand, da Rick Owens a Givenchy passando Courrèges e Celine, in quella che si può interpretare come una liberatoria espressione di giovinezza e vitalità.

Hedi Slimane per Celine lo vuole aggressivo, sfrangiato e portato con giacca di pelle e stivali texani, Y/Project slavato, destrutturato e trattato per sembrare tutt’altro che denim, JW Anderson e Dolce & Gabbana lo fanno a brandelli, Amiri gioca con la texture del tessuto cult e riporta sotto i riflettori il total denim che inevitabilmente ci fa pensare a uno dei momenti più iconici della coppia Justin Timberlake-Britney Spears. D’altronde, siamo in pieno revival Y2K. Alla sua prima sfilata uomo per Givenchy, anche Matthew Williams opta per il total denim, con maxi gilet con logo a vista e jeans tagliati alle ginocchia, oppure con modelli loose portati a petto nudo. Tantissimo denim anche per Fendi, che gioca con silhouette a contrasto, volumi oversize rubati allo streetwar, cappelli da baseball o da pescatore e superfici logate. Un connubio inscindibile quello formato da logo e denim, reinterpretato anche da Versace.

Richiami goth si mischiano a un’eleganza concettuale coronata da occhiali da sole neri, possibilmente dalla montatura squadrata e un po’ futurista. Il total black gioca con linee pure e allure essenziale nel Givenchy di Matthew Williams e si traduce in lunghi cappotti doppiopetto dal taglio sartoriale, giacche oversize portate sulla pelle nuda, giochi di layering monocolore tra camicie smanicate e pantaloni fluidi. Per Courrèges abbinamenti fluidi e sovrapposizioni si mischiano a tagli in stile tunica, Rick Owens esagera con gli occhiali (che ricordano quasi dei visori per la realtà aumentata) e con le spalle che modificano l’anatomia dei modelli, mentre Celine interpreta il cappotto in pelle nera con un’attitude meno severa e più disinvolta, in pieno spirito rock.

In foto: Courrèges

C’è chi immagina i BTS cimentarsi in una nuova coreografia calati nel nuovo tailoring a tinte pastello che ha trainato le sfilate uomo PE23 e chi mente. In questo caso, a impartire la perfetta lezione di stile è Louis Vuitton, con i suoi abiti sartoriali confetto dalle finiture preziose. Pensiamo poi ai completi di Amiri: quello bianco con giacca doppiopetto che mostra un profondo scollo, i pantaloni loose dalla texture effetto intrecciato e le sneakers ai piedi, o quello rosa chiaro che vuole la giacca rimboccata dentro gli ampi pantaloni con le pince. E ancora agli smoking ultra-chic dal taglio preciso di Celine, alle giacche oversize anni Ottanta di Versace, ai completi dai colori tenui di Dior Men, alla combinazione di capospalla sartoriale e pantalone sportivo di Magliano, ai tagli rilassati di Zegna e alle fantasie floreali di stampo vintage di Acne Studios.

Nuovi esotismi e dettagli eccentrici affascinano i brand del lusso, che per questa stagione tornano a proporre il tema animalier facendo uso massiccio di pelli pregiate o di stampe e texture che le richiamano. Da Versace soprabiti, pantaloni e scarpe in pitone neon aggiungono un twist inaspettato, Rick Owens giustappone texture e colori a contrasto, mentre per Celine sfilano giacche sartoriali dorate in stampa cocco, soprabiti pitonati, completi maculati e stivaletti in pregiato. L’effetto ricorda un po’ un Joe Exotic tirato a lucido, ma ha anche una componente intrinseca di glamour vecchio stile.

Il massimalismo come sperimentazione e ricerca. In un’esplosione di colori e stravaganza, nelle sfilate di KidSuper, Antonio Marras, Loewe e Comme des Garcons Homme Plus gli abiti si trasformano in vere e proprie opere d’arte. Sì alle superfici dipinte, alle macchie di vernice involontarie che rivelano un animo artistico, a stampe e maschere carnevalesche, all’effetto patchwork e a tutti gli ornamenti, appliqué e ricami che contribuiscano ad alimentare l’aspetto DIY. Un altro esempio è Louis Vuitton, che gioca con pattern surrealisti, macro decorazioni floreali e aeroplanini di carta. Ma il dialogo tra forme d’espressione creativa non si ferma alla mera estetica: KidSuper ha messo in scena una vera e propria asta, un’idea geniale per interagire col proprio pubblico e fare della sua prima sfilata alla Fashion Week di Parigi un’esperienza; JW Anderson ha chiamato in causa Rembrandt, rendendo un suo autoritratto protagonista di elaborati intarsi; Loewe, in una collezione che vede lo scontro tra natura e tecnologia, ha collaborato con la bio-designer spagnola Paula Ulargui Escalona per ricoprire capi e accessori di piante in rimando al tema ambientale e tappezzato giacche e cappotti di schermi in una caricatura straniante del nostro rapporto simbiotico con gli smartphone. Che sia forma d’evasione o terreno di dibattito sociale, la moda si fa arte in tutto e per tutto.

Comme des Garçons

Per la Primavera Estate 2023 non è solo il nome di un marchio di activewear, ma un vero e proprio manifesto. Qualunque sia l’attività fisica in questione, l’elemento sportivo condito di richiami alle esperienze outdoor si dimostra fondamentale. Delineando una nuova idea di viaggiatore, che attraversa terre ignote calato in tonalità delicate come il bianco, il pesca, il verde salvia, Craig Green incorpora negli abiti riferimenti all’equitazione (come le staffe che ondeggiano dalle cinture) e al trekking. I look di Alled-Martinez non rimandano solo al mondo del calcio, ma anche quello della vela. Amiri parla di athleisure con giacche in stile bowling, capi in mesh, shorts sportivi e borsoni da palestra. E ancora, JW Anderson ci porta in uno skatepark, con tavole spezzate trasformate in puro ornamento,Celine presenta la sua versione glam rock della tuta, Loewe fa di leggings e felpe oversize la propria uniforme.