Michele Misseri ancora in carcere? Cosa è successo oggi allo zio di Avetrana

2021-12-06 23:48:14 By : Ms. Alisa Peng

Il delitto di Sarah Scazzi, Michele Misseri ancora in carcere? Cosa è successo oggi allo zio di Avetrana, ecco le ultime notizie.

Autoaccusato dell'omicidio della nipote Sarah Scazzi, Michele Misseri - che la vulgata popolare riconosce come lo zio di Avetrana - è ancora in carcere. Solo pochi mesi fa era scaduta l'accusa di automalignità. In sostanza, l'uomo sostiene che sua moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina sono innocenti.

La storia è di lunga data, il delitto risale all'agosto 2010 e le condanne definitive sono arrivate nel 2017. Torna così nel carcere di Lecce, da cui dovrebbe uscire dopo aver estinto la pena il 15 novembre 2024. Nei giorni scorsi , l'altra figlia - Valentina Misseri - è tornata ad accusarlo della morte della nipote.

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Non la pensa così Claudio Scazzi, fratello di Sarah, secondo il quale la verità giudiziaria ha ricostruito la vicenda nei minimi dettagli. In carcere, Michele Misseri, nato a Manduria, in provincia di Taranto, il 22 marzo 1954, abbandonò in parte gli atteggiamenti “semplici” che lo rendevano quasi 'folcloristico'.

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Una storia terribile come quella di Sarah Scazzi, infatti, ha avuto contorni tragicomici, proprio per via del personaggio che i media hanno costruito attorno alla figura di Michele Misseri. La figura del contadino tanto timoroso quanto furbo, che si sarebbe fatto capro espiatorio per salvare moglie e figlia, ma al quale i giudici non hanno mai creduto.

Insomma, per difendere la sua famiglia, dopo aver fatto sparire il cadavere della nipote, avrebbe cercato di farsi carico di un omicidio che non aveva commesso. In televisione, davanti alle telecamere, si è presentato con indosso un cappello da pescatore, mal vestito e logoro. Un abbigliamento totalmente diverso da quello che abbiamo visto in una fase successiva, quando Michele Misseri aveva invece indossato abiti più eleganti.

Della sua vita in carcere oggi sappiamo poco: secondo alcune ricostruzioni, che però mancano di conferme ufficiali, sarebbe chiamato "zio" dagli altri detenuti e si farebbe rispettare. Infine, non avrebbe portato l'anello nuziale al dito. Ovviamente si tratta spesso di ricostruzioni fantasiose rispetto alla vita in carcere di un uomo che si accusa di fatti gravissimi.