Design week Milano, Alessia Cappello: «Troppo traffico, i grandi eventi devono essere più sostenibili»- Corriere.it

2022-06-25 01:21:40 By : Ms. Chelsea Chan

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L’assessora comunale al Lavoro, Alessia Cappello: «Il caro-prezzi negli alberghi? Alcuni hanno moltiplicato le tariffe per 6, Milano non può essere una città respingente. Le periferie sempre più centrali nella settimana del design»

Alessia Cappello, assessora milanese a Lavoro e Sviluppo economico

Alessia Cappello, assessora del Comune di Milano al Lavoro e Sviluppo economico, qual è il bilancio della settimana? «Certamente al di sopra delle aspettative. Si parlava di 400mila visitatori e 250 milioni di indotto secondo le stime di Confcommercio. Pare che siano addirittura superate. In ogni caso si tratta di numeri elevatissimi. Con 106 operatori e 850 eventi, si sono sfiorati i livelli pre-pandemia».

Qualche operatore sostiene che il cambio di data non abbia agevolato. «Ci sono aspetti positivi e negativi. Tra i pro c’è sicuramente la vicinanza con la Settimana della Moda che parte il 17 giugno. Il design ha fatto da traino ma anche la presenza dei marchi è stata palpabile durante questa settimana. L’anno prossimo, pandemia ed emergenze varie permettendo, si tornerà alle date canoniche di aprile. Per gli operatori del settore, per i cicli di vendita delle aziende, quello è il mese favorito. Giugno è troppo in là nella stagione».

La settimana del design che cosa lascia alla città? Alcune installazioni potrebbero rimanere? «Abbiamo un tavolo con tutti gli interlocutori della Design week. L’attenzione massima quest’anno è stata alla sostenibilità. Nel bando del Comune i progetti erano valutati secondo questo criterio. Anche nella fase di smantellamento il riciclo dei materiali sarà una priorità. Ci sono degli operatori, come Tortona rocks (parte di via Tortona, ndr ), che recuperano persino i materiali degli altri. Sul lascito si può ragionare, ci sono opportunità da cogliere».

L’integrazione tra Salone ed eventi in città può essere migliorata? «Credo che già quest’anno ci sia stata una osmosi di pubblico. Era una delle preoccupazioni della vigilia. Nel 2019 i mille eventi in città avevano richiamato un pubblico vastissimo ma non sempre attento o realmente interessato ai prodotti. Il pubblico di questa settimana, a detta degli stessi operatori, è stato interessato e competente».

Il Fuorisalone ha conquistato le periferia. Da Baggio a viale Certosa fino all’hinterland con Baranzate. È una tendenza che si consoliderà? «La tendenza ad espandersi non si fermerà, anzi. Per noi le periferie sono centrali. In passato c’era una parte della città che correva e questo bastava. Ma ora dobbiamo camminare insieme. Per questo mi auguro che possano essere coinvolti nuovi distretti».

Nel frattempo Lambrate è uscita dal circuito. È pensabile un ritorno nei prossimi anni? «Non li ho mai incontrati, ma certo che ci piacerebbe che tornassero».

Dal punto di vista della mobilità si può fare qualcosa di più nei prossimi saloni o week? «Nella Settimana del Design abbiamo avuto un più 25 per cento di congestione del traffico. Bisogna assolutamente lavorarci. Ragioniamoci e facciamo in modo che i grandi eventi siano sostenibili a livello ambientale. Vanno regolati i flussi. Ne parleremo con il sindaco e l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi. L’idea per l’anno prossimo è che gli Ncc in giro siano tutte macchine elettriche».

C’è un polemica sul caro alberghi. Si può intervenire? «Alcune strutture hanno moltiplicato per sei le tariffe. Anche su sollecitazione degli organizzatori del Salone, l’anno prossimo allargheremo il tavolo del confronto agli albergatori. Non si può pensare di imporre dei prezzi fissi, ma si possono sensibilizzare gli operatori per evitare rincari alle stelle. Milano non può essere una città respingente».

Gli eventi o i momenti che l’hanno più colpita della Design week? «Cito il passaggio di testimone durante la cerimonia di apertura tra Armida Armellini e la presidente del Salone, Maria Porro, con la consegna della spilla con il simbolo della prima edizione. In città la cosa che più mi ha colpito è stata l’Alcova all’ospedale militare di Baggio perché il giro dell’esposizione me l’ha fatto fare la straordinaria socia fondatrice, Valentina Ciuffi, incinta al nono mese eppure instancabile. Una donna pazzesca che ha creato una cosa straordinaria».

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