Simbolo di speranza: la foto del Bersagliere di Natale vince il primo premio

2021-11-16 22:58:18 By : Ms. Alina Wang

Il protagonista è il 92enne di Santo Stefano iscritto alla sezione Magenta.

La forza del passato, l'incertezza del presente e la speranza per il futuro. Il tutto racchiuso in uno scatto molto spontaneo realizzato da un nonno bersagliere che guida le sue nipoti oltre il periodo nero del lockdown. Una fotografia simbolica, scattata nel 2020, dal titolo "Possiamo farcela... avanti tutta!", che ha vinto il primo premio al concorso "Arte Bersaglieresca al tempo del Coronavirus", indetto dall'Associazione Nazionale Bersaglieri. Protagonisti di questo successo sono la famiglia Magistrelli di Santo Stefano Ticino e la sezione Magentina dei fanti piumati guidata dal presidente Roberto Grassi, a cui dal 2018 è iscritto ufficialmente Natale Magistrelli, 92 anni.

“Lo scorso anno il presidente Grassi ci ha proposto di partecipare a questo bando, che ci ha permesso di esprimerci in diverse forme, compresa la fotografia – spiega la figlia Laura, docente e fotografa ufficiale del Conservatorio di Milano – All'inizio mio padre non voleva , poi, coinvolte dalle tre nipoti, è nato questo scatto, in cui lo guardano come un punto di riferimento e di speranza per il futuro.Un invito ad andare avanti, con lo spirito più bersaglier che ha sempre ispirato mio papà». ha superato tutte le selezioni, fino al trionfo nazionale, e alla cerimonia di premiazione da parte della sezione Magentina, orgogliosa di avere tra le sue fila Natale Magistrelli, una vera e propria icona per i fanti piumati, con una storia speciale alle spalle. Nato nel 1929, nel '51 si presentò ai militari. «A un certo punto un capitano ci ha chiesto di correre - racconta con orgoglio - ho finito i 100 metri in un tempo davvero record. Non sapevo stesse selezionando uomini per i bersaglieri reg. imento a Roma, altrimenti ci avrei messo mezz'ora - scherzo - Invece è stato così. Volevo andare alla scuola per infermiere a Baggio, per non stare troppo lontano da casa. Ma il capitano mi ha detto che avevo troppo talento per sedermi a una scrivania. E sono partito per Roma». Oggi Natale sarebbe forse un campione olimpico. E anche allora, nel dopoguerra, partecipò a vari campionati e sfide tra le forze armate. Imbattibile: «Nella capitale i bersaglieri erano acclamati come lo sono oggi i calciatori. La gente ci ha seguito e ha applaudito. Ero anche un buon calciatore - ricorda - Poi è arrivata la fine dei 18 mesi di servizio militare e sono andato alla stazione Termini per tornare a casa. La gente voleva il mio cappello, era un cimelio per loro. Ma volevo tenerlo per me. A un certo punto mi è stato rubato, hanno litigato per lui... Sono tornato a casa senza cappello piumato, ma con tanti ricordi nel cuore».

Una vita da capomastro ad Aemme, una bella famiglia con due figli (Laura e Luigi), poi i nipoti. E poi un'altra passione che ha segnato la sua vita, la musica. Fu il promotore della banda di Santo Stefano, di cui fu vice-maestro, musicista e sostenitore, trasmettendo la sua passione e il suo talento ai figli, entrambi insegnanti al Conservatorio. "Abbiamo iniziato le prove l'8 maggio, a Natale già suonavamo la Piva", racconta con orgoglio, riferendosi agli albori del corpo musicale. Nel 2018 l'iscrizione alla sezione dei Bersaglieri di Magenta, che poi il Natale ha iniziato a seguire assiduamente. «Tutto è cominciato con la storia del cappello perduto, perché abbiamo deciso di regalargliene un altro, coinvolgendo l'allora presidente Mauro Mittino. Il giorno del compleanno sono arrivati ​​con il regalo atteso e per lui è stata una grandissima emozione, anche perché la festa è stata davvero una sorpresa». Un evento dopo l'altro, in corsa con i Bersaglieri, a 90 anni. “C'è chi alle mie spalle diceva “Ga la fa pu” (non ce la fa più, ndr) e poi correvo davanti a tutti, per far vedere che avevo fiato e gambe”. Fante piumato nel cuore, nella testa e nel corpo, nonostante alcuni malanni ormai 92 anni. E, poi, anche con il cappello, perso cinquant'anni prima e poi tornato alla testa del suo padrone. Adesso una foto che suggella una storia di vita e passione, sempre di fretta come fa un vero Bersagliere.