Tutti i modelli di capelli spiegati in un dizionario di moda

2021-12-06 23:19:21 By : Mr. Jackie Cai

Impariamo a riconoscerli e a chiamarli per nome

Cosa ci siamo messi in testa? Cappelli, che passione. Basco, cilindro, coppola, fedora... Ecco un piccolo dizionario illustrato per imparare a chiamarli per nome.

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Un post condiviso da Badgalriri (@ririgalbadd) il 16 aprile 2018 alle 11:48 PDT

Lo chiamiamo passamontagna. Il nome è nato durante la guerra di Crimea, 1854, per gli inglesi che non sopportavano il freddo gelido sul viso. Nella foto: Rihanna veste Màscara.

Il cappello dei contadini baschi, ma anche di tante divise militari nel mondo. Un classico. Da non confondere con il berretto piatto che ha la visiera piccola: meglio quello italiano (Sicilia, Sardegna e Calabria) o quello anglosassone? Nella foto: Irina Shayk.

Un classico siciliano. Nella foto: Dolce & Gabbana.

Il classico cappello con la falda curva. Nella foto: Blugirl.

Tanto per essere chiari cosa usano alcuni golfisti, alcuni pescatori e turisti americani da cartolina. Nasce come cappello da passeggio dei connazionali irlandesi. Nella foto: Hermès

Per riassumere questo è il nome dato a tutti i cappelli da uomo con le falde. In realtà, per la precisione, il Borsalino ha una cupola pizzicata davanti e una tesa di circa 6 cm; si chiama fedora (o tesa a scatto) quando la tesa si allarga fino a circa 8 cm e trilby quando, invece, la falda è molto più sottile. La lobbia è come il Borsalino, ma ha l'ala rialzata, diventa porchetta quando l'orlo è molto stretto. Francesco De Gregori docet, ma anche Walter White in Breaking Bad.

Quella di Giuseppe Garibaldi: un po' cinese, un po' turca, si indossava solo per fumare, soprattutto se si faceva all'aperto.

Come si vestiva Isabella D'Este, marchesa di Mantova. Uno dei primi influencer. Nella foto: Prada.

Non ha bisogno di presentazioni (ma forse non sai che ne esiste un tipo, chiamato gibus, dotato di molle interne che lo appiattiscono, perfetto per i viaggi). Quando è molto alto si chiama tuba. Tuttavia, nessuno lo usa più, a differenza della bombetta, quella di Charlie Chaplin tanto per intenderci, che sta tornando alla grande. Vedi Cara Delevingne...

Il tipico cappello di lana (vicuna, alpaca) del Perù e della Bolivia con paraorecchie. Se copre tutto il viso si chiama màscara. Non chiamatelo nepalese (questo si chiama topi ed è un cubo che si trova in alto sulla testa).

La traduzione letterale è campana: si porta molto abbassata sulla fronte, era molto usata negli anni '20.

La parola deriva dal turco kalpak ed è il copricapo di pelliccia con "ali" a coprire le orecchie.

Questo è l'enorme cappello, soprattutto di paglia, che le signore indossano per non prendere i raggi del sole. Non è il sombrero.

Il cappello (in origine kaki o verde militare) squadrato e con visiera. Il nome gli è stato dato dagli alpini che si prendevano gioco di chi lo indossava. Una testimonianza? Fidel Castro.

Un berretto piatto, ma più floscio, quello degli strilloni americani, da cui il nome.

Il cappello cerato con l'ampia visiera alla nuca usato dai marinai sui pescherecci. I cacciatori di balene lo chiamano il sud-ovest.

Zuccotto o, alla francese, toque: banalmente è il floscio berretto di lana che indossiamo tutti i giorni (gli americani lo chiamano beanie). Toque blanche è il cappello da chef.