Un mondo senza adulti nelle foto di Julie Blackmon | Collater.al

2022-07-23 00:59:54 By : Mr. Jeff Shen

Un mondo senza “quando avevo la tua età era diverso”, senza “i giovani d’oggi non valgono nulla”, un mondo i cui quindi non esiste “adultsplanning” e i bambini sembrano poter fare tutto in totale autonomia. Questo è il paesaggio rappresentato in fotografia da Julie Blackmon, artista americana legata ai temi della famiglia e alla vita nei piccoli centri abitati. Gli scatti sono una satira sociale, mascherata all’interno di scene quotidiane in cui i bambini sono i veri protagonisti, per non dire gli unici. Tutti i dettagli rappresentati sono simbolici, così come la disposizione dei soggetti, ispirata alle scene dipinte dai pittori fiamminghi del XVII secolo. L’obiettivo di Julie Blackmon è quello di rappresentare il contesto delle piccole comunità americane, tracciando i sogni promossi dal modello americano.

Una caratteristica dei bambini di Julie Blackmon è il loro totale distacco da qualunque elemento legato alla tecnologia contemporanea. Si trovano così a giocare “come ai vecchi tempi”, pitturando con i gessetti il vialetto di casa, o nella piscina costruita artigianalmente nel proprio cortile. Di ispirazione per la visione della fotografa c’è il contesto delle famiglie numerose, essendo lei stessa la maggiore di nove fratelli. Così facendo ripercorre i ricordi e ciò che più in generale influenza l’infanzia, fatta di paesaggi e elementi che modellano il nostro modo di pensare anche da adulti, quelli che Julie non vuole rappresentare, lasciando volutamente la sensazione di un mondo in cui tutto è sconnesso.

Il mondo illustrato da Kellen Hatanaka è un mondo che racchiude una visione nostalgica di ciò che ha osservato per tutta la sua vita, trascorsa in Canada ma con influenze culturali Giapponesi. Dall’educazione familiare ai simboli della cultura popolare come il cibo o il baseball, Hatanaka esprime i suoi sentimenti attraverso uno stile pittorico quasi infantile, con il quale rappresenta però il mondo già maturo che vede con i suoi occhi.

Ogni dipinto combina elementi inconfondibili della tradizione giapponese, dai fiori di ciliegio alle teiere, ma anche storie più anonime, come quelle di atleti anonimi, privati di simboli se non quelli sulle divise o sulle scarpe. Le illustrazioni di Kellen Hatanaka sono l’immagine della potenza del contesto, che riesce a creare mondi solo grazie all’associazione di temi e simboli chiari a chi guarda. C’è la confusione dettata dal non identificare un periodo storico in cui vivono i personaggi, i simboli sono così universali per la cultura giapponese da essere senza tempo, per un effetto di perenne energia.

STRIPS è un format di Collater.al nel quale differenti fumettisti realizzano una striscia interpretando il tema “Essere fumettisti è fantastico. Lo odio”. Non si tratta di essere bipolari come nel caso dell’album Ye di Kanye West, è solo la condizione di molti artisti, perennemente alla ricerca di una storia da raccontare.

Ogni due settimane un fumettista realizzerà una strips per Collater.al, riprendendo un contenuto tipico della tradizione giornalistica cartacea come la vignetta umoristica.

Scienza, tecnologia e arte si incontrano in occasione del Festival della Visione di Videocittà che avrà luogo dal 20 al 24 Luglio a Roma nel cuore del quartiere Ostiense. L’area dell’ex Gazometro si prepara a ospitare numerose opere d’arte di artisti di fama internazionale. Tra queste l’installazione site-specific Luna Somnium – una sfera sospesa dal diametro di 20 metri – ad opera dei fuse* vestirà l’architettura del grande Gazometro e sarà visibile da gran parte della città. All’Opificio 41 20 importanti artisti digitali a livello italiano e internazionale esporranno le loro opere grazie alla mostra Presente Futuro, curata da Reasoned Art e Videocittà. Reasoned Art è la prima startup italiana dedicata alla criptoarte e nasce con l’obiettivo di creare un ponte tra il mondo dell’arte tradizionale e quello emergente della criptoarte. In un ecosistema, quello degli NFT, che considera prevalentemente l’aspetto finanziario-tecnologico, Reasoned Art rivolge l’attenzione sull’aspetto artistico-culturale, ponendo l’arte come strumento che intercetta il futuro e propone una visione innovativa del presente attraverso il confronto, critica e analisi.

L’esposizione consiste in una proiezione sulle enormi vetrate dell’Opificio 41 (34m x 9m) delle opere di artisti digitali già riconosciuti nel mondo della criptoarte (Giovanni Motta, Giuseppe Lo Schiavo, Skygolpe, Emanuele Dascanio, Esteban Diacono, Fabio Giampietro, Giuseppe Veneziano, Scorpion Dagger) e di artisti che, invece, stanno iniziando a sperimentare e a entrare nelle logiche di questo nuovo paesaggio dell’arte contemporanea. Altro evento centrale del festival sarà la collaborazione con Emotiva, startup specializzata nella misurazione e nel riconoscimento degli stati attentivi e affettivi degli utenti di fronte a contenuti statici e dinamici attraverso l’utilizzo di algoritmi di A.I. Attraverso algoritmi di computer vision, Emotiva codifica le Aus (Action Units), movimenti muscolari che si attivano sul volto dell’utente, utilizzando semplici webcam, per poi codificarle in espressioni di emozioni. Nasce così l’Indice di Stendhal, una misurazione scientifica dell’impatto emotivo che un’opera è in grado di generare sul pubblico. Artisti e collezionisti potranno avvalersi di una nuova metrica oggettiva volta ad arricchire i parametri di valutazione che determinano il valore di un’opera d’arte. 

Con questa partnership tra Emotiva e Reasoned Art, l’intersezione tra arte, scienza e tecnologia trova un’applicazione concreta. Di questo trinomio si sentirà parlare molto nel prossimo futuro, in linea con il lancio dell’iniziativa della Commissione Europea New European Bauhaus che si pone l’obiettivo di veicolare la transizione green e digital. Insomma, l’arte deve essere il motore del prossimo cambiamento culturale, economico e politico al fine di costruire una società inclusiva, sostenibile e a misura d’uomo.

Ana Pérez López è un’illustratrice spagnola imprevedibile, le sue composizioni non seguono la coerenza come valore per rendere più “piene” le composizioni, piuttosto è alla continua ricerca di associazioni mai banali di forme, colori e soggetti. Uno stile versatile che ha permesso all’artista di collaborare con numerosi brand ed editori di altissimo profilo, che hanno portato anche a riconoscimenti internazionali nel campo del graphic design e dell’animazione. I mondi per certi versi surreali realizzati dall’artista uniscono colori pieni con altri più acidi e pastellosi. È proprio l’intrusione di segni creati a mano che rende le opere dell’artista imprevedibili, basta una sfumatura o uno studio sul lettering per creare angoli in cui sembra si sovrappongano due mondi lontani, quello digitale e quello legato alla carta e al gesto artistico. Ana Pérez López sul suo account Instagram o attraverso Inkling Illustration, l’agenzia dedicata all’arte che ne cura il lavoro.

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